Il cinepanettone di Strasburgo, un hoax per palati grezzi

Il presunto terrorista di Strasburgo..

..uno sconosciuto che appena presa la fuga era già conosciuto, perché poche ore dopo l’attentato la polizia ha annunciato ai media che era un “fiché S”,

ovvero già seguito dal reparto anti-terrorismo.. Questa è la prima anomalia, perchè la mattina del giorno dell’attentato la squadra antiterrorismo si era già presentata a casa sua per perquisirla trovando un arsenale di armi, aveva il suo indirizzo e il suo dossier di potenziale radicalizzato, criminale multirecidivista, avevano già anche la foto segnaletica, e poteva fornirla con una semplice operazione informatica a tutte le pattuglie che vigilavano sul mercato di natale. Per circa 10 ore Chekatt doveva essere attivamente ricercato, anche a costo di riempire il mercato di natale di militari.

Niente, Cherif Chekatt sarebbe entrato armato di pistola nonostante i controlli e sarebbe ripartito in taxi da una zona pedonale!

Il taxi..

..comodo per scappare dalla scena di una strage, simpatico il tassista evidentemente, visto che mentre lo accompagna a Neudorf, viene a conoscenza di tutto il progetto del terrorista “l’ho fatto per vendicare i miei fratelli siriani” gli dice. Ecco, stavolta gli scenaristi non hanno optato per il documento ritrovato chissaccome, quindi serviva una confessione e l’avrebbe ricevuta un tassista senza identità. La fonte? Un canale di proprietà israeliana.

Se Cherif voleva farsi prendere spifferando tutto faceva prima a restare nel mercatino, facendo la solita azione da kamikaze (cosi’ cara alla drammaturgia dei servizi israeliani), la polizia aveva infatti trovato nel suo domicilio varie armi da guerra che gli avrebbero almeno permesso di aprirsi il cammino o uccidere molte guardie e passanti all’ingresso della zona protetta. Per entrarci, ovviamente era più facile nascondere una piccola pistola carica, ma il rischio di non riuscire a colpire nessuno perchè neutralizzato da una perquisizione era molto più alto. É anche curioso che nessuno abbia evidenziato il fatto che con una simile arma da 6 colpi neanche lo sniper più addestrato del mondo puo’ colpire 16 persone!
L’incongruenza del rapporto armi-vittime sarà approfondito più avanti.

Le immagini che subito giungono da Strasburgo sono tutte in altissima definizione, tranne quelle che mostrerebbero vittime, che ovviamente non si vedono.
Il bilancio reale, a giudicare da TUTTE LE IMMAGINI PUBBLICATE  sarebbe quindi di zero morti e zero feriti. Le possibilità che nessun privato cittadino fotografasse o filmasse zone centrali o isolate dell’aftermath con il suo telefonino sono praticamente nulle. Cio’ lascia pensare che la simulazione che ha preceduto e permesso la chiusura di tutto il mercato potrebbe essersi svolta in una zona già parzialmente o interamente isolata.

 

Rita fa la preziosa..
perchè la rivendicazione islamista si fa attendere,
infatti prima di spacciare per buona quella che lei stessa e il suo collega Bruce Hoffmann scriveranno in arabo su Amaq per poi passarsela su SITE, devono aspettare il nulla osta delle autorità israeliane locali (locali di Strasburgo).
Poi eccola che arriva, la rivendicazione, poco dopo la presunta morte di Chekatt:

Persino la Germania comincia a ricercare il fuggitivo mentre lui in teoria avrebbe percorso appena 3 chilometri dal luogo della strage al posto in cui è stato freddato. Per prenderlo ci sono voluti 700 uomini e 3 giorni di ricerca.

Ci mancava poco che lo ritrovassero a casa sua in pantofole davanti a Netflix..

moventi

Lunedì 10 dicembre, reagendo alla deflagrante collera popolare dei Gilet Jaunes, Macron annunciava che “tutte le misure di sicurezza saranno prese per riportare la Francia alla calma repubblicana”.
Un paio di giorni dopo arriva l’attentato che ha permesso di ristabilire per l’ennesima volta l’État d’Urgence cambiandolo semplicemente di nome: Urgence Attentat.
Arrivano quindi controlli poliziari rinforzati per tutti, manifestanti compresi ovviamente, con 1800 militari supplementari per le strade.
Intanto i nomi delle vittime tardano ad uscire e tra i feriti ci sarebbero giornalisti, forse un po troppi statisticamente..
Poche ore dopo l’attentato, praticamente tutte le autorità  politiche invitavano i Gilet Gialli a non manifestare il sabato successivo.
Altre motivazioni per mettere in scena un attentato di quel genere sono presumibilmente:
_Amalgamare i danni reali dell’immigrazione di massa al pericolo dell’islam in quanto tale.
_Dare nuovo respiro ad una propaganda europeista mai cosi’ in affanno.
_Scatenare una guerra etnico-civile in Italia e in Francia per nascondere la lotta di classe che questi due paesi dovrebbero avere in comune. _Disinnescare la minaccia portata al sistema massonico-bancario che regge la propaganda europeista.
_Alimentare gli affari delle agenzie di sicurezza israeliane (cybersecurity, spionaggio, armi, sistemi militari, sistemi di repressione della folla, tornelli, gestione di crisi e simulazioni)
∞ guardate qui a mo’ di esempio: dopo una serie di falsi attentati la Francia ha speso 35 milioni di euro per costruire un muro di vetro attorno alla Tour Eiffel, mentre la sicurezza video era già affidata a Nice, società di proprietà israeliana.

Le vittime (lista aggiornata)

morti
1 sessantenne di Strasburgo – Pascal Verdenne – nessuna immagine sulla scena – colpo di pistola?
Sembra che avesse da poco presenziato ad una conferenza su “l’islamizzazione della Francia“.
1 turista di origine tailandese – Anupong Suebsamarn – nessuna immagine sulla scena – colpo di pistola
Sarebbe andato a Strasburgo invece che a Parigi che era la sua destinazione d’origine “per paura dei disordini causati dai Gilet Gialli”
1 afgano – Kamal Naghchband – nessuna immagine sulla scena – colpo di pistola
sarebbe musulmano e la sua morte è stata confermata dal fratello
1 italiano – Antonio Megalizzi – nessuna immagine sulla scena – colpo di pistola
attivo nella propaganda europeista, lavorava per europhonica
1 franco-polacco – Barto Pedro Orent-Niedzielski – nessuna immagine sulla scena – colpo di pistola
Amico e collega di Megalizzi, stava con lui quella sera e l’avrebbe addirittura ospitato a casa sua, nessuno della famiglia Megalizzi ha mai fatto menzione di questo giovane, neanche le due ragazze che erano in sua compagnia.

feriti
1 studentessa di Metz – senza nome
1 studentessa di Nancy – Lola Modacci – colpo di pistola alla schiena
1 ragazza di 19 anni – Jeanne Lohro – colpo di pistola al braccio
1 musicista – Jéremy Raoult – colpo di pistola alla carotide.
Nonostante sia fuori pericolo, l’atteggiamento del padre (che non si è precipitato a Strasburgo per sincerarsi delle sue condizioni), pare grottesco, tanto da ricordare quello di un altro attore di crisi (attentato di Barcellona), serenissimo nonostante la presunta morte del figlio poche ore prima.
1 polacco – senza nome
1 membro francese di Euphonica – senza nome

Quindi 5 colpi di pistola mortali, il 6° avrebbe ferito Jéremy Raoult, cio’ vuol dire che gli altri avrebbero riportato ferire da arma bianca o da rimbalzo di proiettile, quasi impossibile in un ambiente aperto, o da attraversamento della carne di un’altra vittima. Il 7° colpo ricevuto dalla studentessa di Nancy non è plausibile perchè sarebbe un colpo diretto. Stesso dicasi per la 19enne Jeanne Lohro (8° colpo di pistola). Ricaricare quell’arma antidiluviana durante la concitazione dell’atto sembra altamente improbabile. Nessun agente di sicurezza sarebbe riuscito ad intercettare il terrorista prima che si dileguasse, quindi l’azione è stata particolarmente rapida tra il 1° e l’ultimo sparo.
Resta da chiedersi: chi dunque sarebbe stato ferito dal coltello?

Alcuni nomi sono usciti fuori dopo ben 7 giorni nonostante tutti fossero dotati di documenti o altri mezzi di riconoscimento immediato (carta di credito, carta SIM). É bene ricordare che due anni dopo un’altro attentato di natale, quello di Berlino, i nomi delle 7 presunte vittime tedesche non sono stati ancora rivelati. I-M-P-O-S-S-I-B-I-L-E

intuito israeliano

Solo 3 ore dopo l’attentato un giornalista israeliano attivo su Twitter era già a conoscenza del nome del terroristarilanciato immediatamente da altri media israeliani su Twitter.
Ovviamente, anche questa volta il forsennato avrebbe gridato Allah Akbar e a sentirlo sarebbe una sola testimone diretta, anche lei legata agli ambienti sionisti.
La notizia viene diffusa ancora una volta da BFMTV, canale di proprietà di Patrick Drahi, multimiliardario israeliano, magnate dei media, che regge la propaganda Macron.

i figuranti italiani

Eh sì, quando possono i servizi israeliani una particina ce la danno sempre. Antonio Megalizzi è stato scelto per rappresentare la vittima italiana. L’unico della sua cerchia a parlare sarebbe il ristoratore trentino Danilo Moresco, il padre della fidanzata Luana.
Caterina Moser e Clara Stevanato sarebbero state presenti durante il ferimento mortale di Antonio Megalizzi.
Questo però non sembra il messaggio di chi ha scampato la morte e lasciato letteralmente due colleghi in terra:
Altra anomalia: Chi può aver detto allo staff di Europhonica che “i loro colleghi erano fuori pericolo”? La farnesina? fonti locali? polizia? conoscenti? chi?
Tornando ai Megalizzi natalizi, Moresco dice al microfono: “erano insieme ma le ragazze sono scappate, lui è rimasto indietro perchè è stato colpito, se ne sono accorte quando erano già rifugiate in un ristorante”
padre di Antonio – Domenico
sorella di Antonio – Federica (corista nella chiesa di Cristo Re)
fidanzata di Antonio – Luana Moresco – già candidata per Forza Italia in trentino
madre di Caterina Moser – Roberta Moser

neutralizzato finalmente

Il terrorista sarebbe quindi stato abbattuto nello stesso quartiere dove si sarebbe fatto accompagnare in taxi. Un genio.
Ecco il racconto che fa Remy Heitz,
procuratore della repubblica di Parigi:
– 3 morti + una vittima in morte cerebrale
– 13 feriti tra cui uno gravissimo
– una pattuglia di polizia ha riconosciuto il sospetto
– Chekatt è stato visto cercare di entrare in un palazzo
– la polizia gli ha chiesto i documenti
– Chekatt ha sparato
– 2 dei 3 poliziotti hanno risposto al fuoco uccidendolo
– Chekatt aveva un vecchio revolver con 6 munizioni
– stiamo cercando i complici
– 4 membri della sua famiglia sono tenuti in prigione insieme a 3 dei suoi amici.
Le prove portate dalla polizia? ZERO, come al solito.
Presto la salma di Antonio Megalizzi sarà a disposizione delle autorità italiane prima del funerale previsto a Trento, ma sappiamo dopo il caso Anis Amri che queste operazioni nel suolo italiano sono ugualmente soggette al controllo israeliano che in altre parti del mondo, ovvero a una falsificazione totale della presentazione della salma. Francesco Caporale è il procuratore aggiunto che coordina le indagini italiane, lo stesso che intervenne nel falso ritrovamento di Anis Amri.
Tanto più che c’è una contraddizione inspiegabile tra le dichiarazioni date dall’ospedale di Strasburgo: “pallottola nella base del cranio” (ci sarebbe addirittura la TAC di conferma) e il racconto del neurochirurgo Renato Scienza che si era offerto per un consulto “pallottola nella tempia poi esplosa“, o ancora “pallottola entrata all’altezza dell’orecchio poi esplosa“. Ma se è esplosa come ha potuto Danilo Moresco raccontare che era conficcata in una zona delicatissima, senza dire che era esplosa?
Questa verifica, se realizzata normalmente, sarebbe una tappa cruciale per lo scambio d’informazioni tra medici ed esperti, per stabilire senza ombra di dubbio che tipo di pallottola avrebbe colpito la vittima (pallottole esplosive?), la sua eventuale compatibilità con l’arma e in sede di autopsia verificare l’effettiva impossibilità di operarlo. Per non parlare dell’immediata presa d’azione della magistratura per seguirne tutte le fasi, dovutamente corroborata da una conferenza stampa.
Non se ne farà niente, perchè Megalizzi non puo essere morto in un attentato che non ha avuto luogo o se è morto la pallottola non puo essere stata sparata da Cherif Chekatt, il quale a sua volta non puo aver partecipato all’evento perchè già in consegna della squadra antiterrorismo, o addirittura già liquidato. Ancora un cinepanettone con regia israelo-francese quindi, del quale si seguiranno gli sviluppi.
l’analisi su Tvivo con Mario Quaranta e Tommaso Minniti