I fotogrammi del terrore.
RAI news 24. La direttrice Monica Maggioni annuncia che la testata non mostrerà più i video fatti da ISIS. D’ora in poi mostreranno solo un fotogramma e continueranno però a commentare l’eventuale esecuzione. Scelta di stile per indebolire la propaganda terroristica o scelta di comodo per migliorare la propaganda giornalistica? Ricordiamo che su Monica Maggioni grava una denuncia al presidente della vigilanza RAI per aver partecipato in quanto dipendente pubblico ad una riunione a porte chiuse del Club Bilderberg. Prima di lei Lilli Gruber aveva partecipato alla stessa riunione senza ovviamente fare alcun reportage né commento sul suo contenuto, ma Lilli Gruber era dipendente di una televisione privata.
Cosa ci faceva la Maggioni alla riunione del Bilderberg? Ancora una volta non è dato saperlo, perché il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi risponde che la Maggioni c’è andata a titolo personale, e che la sua presenza sarebbe addirittura un “motivo di prestigio per il giornalismo italiano”. Puo darsi, ma resta il fatto che sempre più persone si pongono dei dubbi sull’autenticità delle immagini provenienti dai TEATRI di guerra, e che i suddetti video di ISIS sono talmente conditi di effetti speciali da far pensare ad alcuni analisti ad una realizzazione occidentale, analisti indipendenti che ovviamente Rai news 24 non si sognerebbe mai d’invitare in studio. Tutti i video provengono da una sola agenzia privata d’intelligence, chiamata SITE e gestita dall’israeliana Rita Katz. La linea editoriale infatti è molto chiara “esiste una minaccia islamica all’Italia e a tutto il mondo occidentale”. Tenuto conto che i video di SITE sono già stati usati come scusa per bombardare i civili, ci piacerebbe avere la garanzia che questa linea giornalistica non sia stata suggerita alla Rai proprio durante la riunione del club Bilderberg, circolo selezionatissimo di think tankers internazionali che secondo il presidente onorario della suprema corte di cassazione Fernando Imposimato sarebbe addirittura legato con la “strategia della tensione” e con le stragi di Stato.