Brigitte Macron, la “forse lady” di Francia.

Macron è un omosessuale sposato con un transessuale, probabilmente sotto controllo mentale dalla sua prima infanzia, è quanto hanno scoperto i giornalisti indipendenti Natacha Rey e Xavier Poussard dopo una ricerca durata 3 anni, pubblicata sul periodico Faits & Documents e rapidamente salita in cima ai trending topics su twitter e su altri social media, diffondendosi ben oltre i confini della Francia.

uno dei tanti meme usciti in Francia dopo le rivelazioni su Brigitte Macron

Oggi vi proponiamo la sintesi di uno scrupoloso lavoro d’investigazione che ha messo in luce una sorprendente serie di misteri sulla famiglia Trogneux, cognome originale della signora Macron che chiameremo da ora, per semplicità, Brigitte.

Natacha Rey ha notato l’estrema stranezza del fisico di Brigitte e ha deciso di vederci più chiaro, investigando sul personaggio e sottoponendo le sue foto ad una varietà di esperti che hanno confortato il suo sospetto, Brigitte sarebbe nata uomo e diventata donna tra la fine degli anni ’80 e inizio ’90.

Citeremo per primi gli elementi fisiologici e anatomici e ci soffermeremo sui dettagli della sua vita romanzata (e in molti casi manipolata) dalla squadra dell’Eliseo e dai media complici, vicini alla sfera del presidente, per coprire la vera identità della first lady.

La foto più giovane di Brigitte Macron risale all’inizio degli anni ‘90. Data per i giornalisti l’impossibilità di incontrarla per verificare il suo sesso, le sue foto e i suoi video sono serviti per realizzare uno studio completo della sua morfologia.

A fornire le perizie non sono youtubers e opinionisti del gossip ma esperti dermatologi, chirurghi estetici, chirurghi dentisti, endocrinologi, anatomisti e fotografi professionisti.

Il verdetto è senza appello: niente corrisponde ad una vera donna.

Nessuna foto fornita dalla famiglia di Brigitte resiste ad un’analisi approfondita, sono tutte manipolate, false o ritraggono personaggi non corrispondenti alla narrazione ufficiale.

Il volume della testa di Brigitte è più ampio di quello femminile, la sua forma del viso non esiste nelle donne, l’ossatura è più spessa, la muscolatura del viso, il mento e i muscoli zigomatici sono incompatibili con l’anatomia femminile. La pelle molto più spessa, abbronzata e spessa, diversamente dalla pelle femminile che tende invece ad affinarsi nel tempo nonostante l’esposizione a sole o lampade abbronzanti.

I dermatologi consultati confermano che l’epidermide è di tipo maschile, anche la calvizie, evidente in alcune immagini della premiere dame, è di tipo maschile, con attaccamento dei capelli molto simile a quella del suo fantomatico fratello Jean-Michel Trogneux

Cranio più largo, viso lungo col mento largo, orecchie larghe e impiantate in basso come negli uomini, sono da sole impossibilità anatomiche definitive, ma c’è di più:

Collo largo, scheletro di tipo maschile in ragione della dimensione del bacino, gambe dritte e magre, cavallo largo per la maggiore distanza tra i femori.

Cassa toracica più larga e più lunga della norma femminile, mancanza di pancia, mancanza di qualsiasi rotondità anatomica.

Spalle quadrate, con una singolare lunghezza delle braccia che costituisce un’incongruenza anatomica sulla quale gli esperti sono categorici.

Brigitte si sottopone ad un’allenamento per cambiare la voce, spostando il tono su frequenze più alte, una rieducazione ortofonica che se ben realizzata può evitare un ricorso all’operazione delle corde vocali.

Brigitte avrebbe ricorso però alla chirurgia estetica, si tratta di due rinoplastie, di una dentatura anteriore completamente rifatta, è molto probabile la presa di ormoni e le lenti a contatto azzurre servirebbero a nascondere gli occhi color nocciola della sua identità originale.

Persino la gestualità è maschile, con un passo lungo ed energico caratteristico, introvabile nelle donne, soprattutto di alta estrazione sociale.

https://twitter.com/i/status/1471205112928522252

Niente seno, non avendo richiesto le protesi mammarie, Brigitte usa un’imbottitura per simularlo. Le sue braccia, oltre ad essere troppo lunghe, sono anche troppo magre, sia nell’assoluto che per una donna di quell’età.

Il rapporto 17/36

È la differenza di età dichiarata dai media patinati della cerchia Drahi/Macron, per spiegare il vigore sessuale del predatore Macron, il cui fascino non avrebbe lasciato scampo alla professoressa sposata con figli.

17 anni Macron, 36 anni Brigitte

In realtà la pubblicazione della data di nascita di Brigitte porta ad un’altra ratio anagrafica, Macron avrebbe avuto dai 13 ai 14 anni e lei almeno 39.

Quindi la narrazione ufficiale si deve riadattare verso un rapporto platonico che comincia nella prima adolescenza mentre il rapporto sessuale sarebbe stato consumato più tardi, un dettaglio che resta sfortunatamente insindacabile.

Prof sexy che sembrava più giovane della sua età?

Lo dicono i media e lo dice il suo team di comunicazione, ma ecco la realtà:

Ingrandimento di una sua foto da insegnante all’epoca dell’incontro con Macron. I media la presentano come una donna intrigante e sexy.

Appare evidente come nei primi anni ’90 Brigitte fosse in piena transizione sessuale e la presa di ormoni non aveva ancora avuto alcun effetto sui tratti del suo viso. Come oggi mostra scarsi risultati perchè probabilmente la terapia è stata intrapresa in età adulta.

Sul fatto che fosse attraente si possono nutrire seri dubbi, ma forse aveva successo per altre doti che la bellezza, all’epoca era una professoressa di estrazione borghese, sposata con 3 figli (tra cui uno di 14 anni), avanguardista e disinibita, al punto da invitare gli alunni in casa sua cominciando una relazione speciale con un alunno di 14 anni!

Non si sa niente di Macron prima di Brigitte e non si sa nulla di Brigitte prima di Macron. Xavier Poussard


Macron cresce nell'epoca in cui tutti facevano foto, c’era un’esplosione nelle vendite di apparecchi fotografici classici e polaroid.
Nonostante ciò, non ci sono foto di Macron prima dei 12 anni e non ci sono foto di famiglia prima dei suoi 25 anni.

Non ci sono foto di classe dove Brigitte appaia con Macron, l’unica ad essere stata fornita dai responsabili della comunicazione dell’Eliseo mostra lei ma non permette di riconoscere Macron.

Il suo staff fornisce anche una foto della sua prima comunione, ma gli esperti sono formali, la foto risale agli anni ’80 e non ritrae Brigitte Macron ma sua figlia Tiphaine. l’immagine è stata sfuocata e trasformata in bianco e nero, passata sotto una multitudine di filtri fotografici e ci sono difetti di colore, tra cui delle piccole macchie gialle artificiali. La foto risulta indatabile con precisione proprio per il massiccio uso di filtri, mentre risulta chiara la somiglianza con Tiphaine Trogneux.

Facile pronunciarsi su chi assomiglia di più alla ragazza di questa foto taroccata, realizzata sicuramente a partire da una foto a colori.

Ci sono poche foto della sua attività di insegnante, ma fatto più importante e per certi versi impossibile, non esiste una sola foto di classe di lei da alunna, nè da bambina nè da adolescente.

Analisi di una foto di famiglia

foto ufficiale della famiglia Trogneux rilasciata dall’Eliseo.

Corrispondenza tra i tratti somatici di Jean Michel Trogneux e Brigitte Macron

Esattamente stessa forma degli occhi tra i due, un controllo biometrico con programmi informatici moderni ha potuto togliere ogni dubbio anche su zigomi, bocca e mento. Appartengono certamente alla stessa persona.

Tra Brigitte e il fratello Jean Michel ci sarebbe addirittura una cicatrice corrispondente sulla guancia destra. La somiglianza è talmente impressionante che per fugare ogni dubbio ci vorrebbero altre foto di Jean Michel. C’è un piccolo problema che impedisce la verifica: non c’è traccia di Jean Michel Trogneux, perché sarebbe sparito dalla circolazione nei primi anni ’90, proprio durante l’ipotetica transizione sessuale di Brigitte.

La foto di famiglia mostra anche Maryvonne, la sorella maggiore di Jean Michel, morta all’età di 27 anni insieme al marito in un incidente stradale quando era incinta di 5 mesi, e già madre di una bambina di 5 anni. Sua figlia Nathalie Farcy sarà adottata dalla famiglia Trogneux e secondo la versione ufficiale morirà poco tempo dopo di peritonite.

Perchè questa bambina è importante? Perchè ne parla Brigitte, confermando la sua esistenza, perchè la sua morte non è verificabile, e soprattutto perchè la squadra dell’Eliseo ha probabilmente usato la sua foto per mostrare Brigitte da bambina.

Sembra evidente infatti che Brigitte non poteva essere il maschietto Jean Michel e la nipote Nathalie allo stesso tempo. Serviva un’immagine di Brigitte con la famiglia, e l’unica con una bambina spendibile era questa:

questa bambina al centro della foto non sarebbe Brigitte da piccola ma Nathalie Farcy o un’altra nipote della coppia Trogneux

Nathalie Farcy sarebbe ancora viva, ma allora come si chiama questa bambina adottata, che sarebbe morta prematuramente? Non si sa.

Non cercate di capirci qualcosa, la storia è volutamente confusa e condita di improbabilità anagrafiche e anatomiche, ma una cosa è sicura, la somiglianza tra Brigitte con questa bimba, che aveva presumibilmente 2 anni all’epoca della foto, non è per niente evidente.

Anzi, Brigitte non parla neanche dell’adozione della cuginetta orfana, dice di averla conosciuta e di essere stata stravolta dalla sua scomparsa ma non dice di aver vissuto con lei. Ciò fa pensare semplicemente ad una sostituzione volontaria, dato il bisogno assoluto di trovargli una foto di famiglia da femminuccia, stranamente l’unica in circolazione, in un periodo in cui le famiglie borghesi potevano permettersi album fotografici per praticamente ogni avvenimento festivo.

Ecco la stessa foto con le vere identità restituite alla famiglia Trogneux

Jean Michel Trogneux risulta scomparso, nessuno sembra aver mai discusso con lui, avuto una relazione amicale o commerciale con lui, averlo visto in vicinato, aver semplicemente sentito parlare di lui dopo il ’90/’91.

Esiste una sua pagina facebook taroccata, un conto fantasma probabilmente gestito da Brigitte. Il suo profilo pubblico mostrerebbe un percorso scolastico dai 2 ai 12 anni: nato l’11 febbraio del 1945, scolarizzato dal ’47 al ’59, e poi nulla. Già finita la scuola per un giovane di famiglia borghese? Impossibile. Tra l’altro non si conosce la prima esperienza di lavoro di Jean Michel, non esiste testimonianza di esami, amori, relazioni accademiche e professionali che lo riguardino.

Altre fonti indicano la data di nascita del 13 aprile, ma il suo atto di nascita è introvabile, l’anagrafe del comune di Amiens ostacola in ogni modo la richiesta di documentazione avanzata dalla giornalista Natacha Rey, arrivando finanche a rispondergli con un comunicato che sembra opera dei responsabili della comunicazione dell’Eliseo.

Jean Michel ha un domicilio, un numero di telefono e un indirizzo di atelier, che è però un locale in disuso, in un quartiere in cui nessuno ha mai sentito parlare di lui.

Il telefono fisso associato all’indirizzo è dotato di segreteria telefonica ma nessuno risponde e dagli uffici nessuno richiama le utenze che lo hanno chiamato, è un indirizzo fasullo, trovato dall’Eliseo o dai servizi per dare al personaggio una collocazione più reale.

Il lavoro di inchiesta però non si ferma, e si scopre che ad Amiens nessuno sa di lui. Un poliziotto in incognito e un ex militare propongono il loro aiuto alla giornalista offrendosi di cercare ovunque le tracce di Jean Michel Trogneux.

Trovano solo un indirizzo con un numero di cellulare non valido a Bastia.

Il profilo pubblico di Jean Michel porta quindi a tre falsi indirizzi e tre falsi numeri di telefono: uno a Bastia, uno a Parigi e uno ad Amiens.

Il suo atto di nascita è stato negato alla giornalista dal comune di Amiens nonostante Jean Michel sia nato ad Amiens come tutti gli altri membri della famiglia Trogneux. Il suo registro infantile è stato probabilmente trasformato in Brigitte Macron a seguito del cambiamento di sesso, con un’operazione facilitata sia da un’amministrazione notoriamente molto tollerante coi i transgender borghesi che da una serie di agganci importanti tra la famiglia Trogneux e le fasce più alte delle istituzioni.

Sembra che la famiglia avesse legami di stretta collaborazione con i Rothschild e che Brigitte abbia incontrato Jeacques Attali ancora prima di Macron, che pure è stato sotto la sua ala protettrice da giovanissimo.

Il marito fantasma.

Altro problema maggiore del dispositivo mediatico eretto a protezione della première dame:

Non c’è traccia del suo ex marito, André Louis Auzière. Lui che gli avrebbe dato 3 figli, esiste solo nei fotomontaggi. Nessuno lo conosce.

a sinistra in alto il fantomatico André Louis Auzière

Da una foto ancora anteriore che ritrarrebbe André Louis Auzière, analizzata con un ristoratore professionale di foto antiche, emerge che non vi si trova affatto Brigitte ma ancora una volta sua figlia Tiphaine, e che quella non puo quindi essere un’immagine della coppia Auzière/Trogneux.

La foto delle prime nozze di Brigitte, ritoccata e sfuocata per farla sembrare d’epoca

Lo staff di Brigitte dà alla stampa mainstream le foto di sua figlia e di sua sorella e nessuno si prende la briga di analizzarle.

Se si dà per buona l’intuizione della giornalista Natacha Rey sul fatto che Brigitte non ha passato, perchè nel passato era un individuo di sesso maschile, se è vero che la sua identità corrisponde a Jean Michel Trogneux, che intanto è comodamente scomparso, allora Brigitte non puo essere mamma dei tre figli ma deve necessariamente esserne il padre. Ad ogni modo, non si sa dove sono nati i figli, non si trovano gli atti di nascita, non ci sono foto che la ritraggano incinta. Senza la somiglianza con le figlie pero’ Brigitte non avrebbe potuto far passare le loro foto per immagini sue da giovane. Bisogna quindi mettersi alla ricerca della donna con la quale Jean Michel ha avuto Tiphaine, Sébastien et Laurence prima di cambiare sesso.

Non sapendo con quale cognome cercarla, la Rey prova sia con le parole chiave “Trogneux” che con “Auzière”, che è il cognome del falso marito di Brigitte. Alla fine trova una coincidenza in una tale Catherine Audoy – Auzière, ex hostess di volo e pittrice, Audoy di nascita e sposata con Jean Louis Auzière.

Catherine Audoy – Auzière, la probabile vera madre dei figli di Brigitte. A destra il primogenito.

Catherine assomiglia molto a Sebastien, uno dei figli di Brigitte, per via di una serie di indizi, per la Rey non ci sono dubbi, è lei l’ex moglie di Jean Michel e la madre dei 3 figli dell’attuale Brigitte Macron.

Jean Louis Auzière, l’attuale marito di Catherine Audoy, sarebbe nato il 28 febbraio 1943, esattamente la stessa data di nascita del fantomatico André Louis Auzière, il primo marito di Brigitte che nessuno ha mai visto, ma che sarebbe nato in Camerun negli anni 50, il suo atto di nascita è però come sempre irreperibile.

E non a caso, André Louis Auzière puo essere un personaggio di fantasia, di lui non esiste nessuna foto di coppia, nessuna foto di scuola, nessuna testimonianza professionale. Non c’è traccia di lui negli alberi genealogici. L’uomo sarebbe tornato in Africa dopo essere stato tradito dalla moglie, non avrebbe chiesto il divorzio nonostante avesse 3 figli e non ha dato più notizie, il suo auto-annullamento sembra quantomeno improbabile. Sua moglie infatti era passibile di denuncia per corruzione di minore e i suoi figli non hanno mai dichiarato di essere in conflitto con lui, nè per via del divorzio, nè per la relazione con l’appena adolescente Macron. Non si capisce quindi perchè non abbia minimamente reagito allo scandalo che lo riguardava. La data del divorzio si colloca dopo la morte della madre di Brigitte e prima dell’entrata di macron all’ENA. Inoltre André Louis sarebbe morto solo nel 2019, quindi nessuno ha potuto ipotizzare uno sbandamento tale da condurlo al suicidio o a rinunciare completamente alla vita pubblica. Ad ogni modo nessun compagno di classe si ricorda di lui, nessun amico d’infanzia, nessuna conoscenza, come se non bastasse sarebbe stato banchiere e direttore della banca Credit du Nord, ma non esiste negli archivi bancari, verificati sia da Rey che da Poussard durante l’inchiesta.

I due giornalisti hanno verificato tutto, trovando sempre le più grandi discrepanze tra le prove fattuali e il racconto apologetico offerto dalla stampa mainstream.

Probabilmente è una figura nata per necessità, per crearlo sono state usate due identità. Jean Louis Auzière diventa quindi André Louis Auzière, per similitudine e perchè serve un marito per collocare Brigitte nel ruolo di moglie e di madre.

Il volantino elettorale falsificato

Brigitte non si è mai chiamata Auzière, inoltre ogni candidato fornisce in genere una foto realizzata da un fotografo professionista, o una foto per uso professionale con sfondo bianco, qui invece Brigitte usa il ritaglio di un’immagine in movimento, probabilmente estratta da una foto in ambiente aperto.

Ma come è evidente, la foto sul volantino ritrae un’altra donna, neanche vagamente somigliante con Brigitte. Si tratta quindi di una falsificazione grossolana, validata dal cerchio dell’Eliseo.

La strada spianata.

L’ascesa di Brigitte da donna senza passato ad amante del futuro presidente della repubblica francese sarebbe già sospetta per semplici questioni anagrafiche, ma ci si mettono pure le raccomandazioni e le relazioni importanti che questa poteva far valere per facilitare la sua carriera di insegnante e corruttrice di minori, Brigitte è infatti diventata insegnante titolare nonostante la mancanza di diploma. Non c’e traccia di un suo diploma superiore, non c’è traccia dei suoi studi universitari.

Brigitte prima insegnante con falsi titoli e poi premiere dame con falsi attributi, Macron addirittura sorvola gli studi e il concorso per arrivare all’ENA. Il suo entourage lo ritiene praticamente un buono a nulla ma per lui i titoli e le cariche fioccano una dopo l’altra, fino a quando non si istalla come cavallo di troia nel governo di François Hollande e poi si fa eleggere in un partito fantasma con Attali che gli consegna le tanto meritate chiavi dell’Eliseo. Nella cerchia presidenziale, tutti vengono da Rothschild, tutti vanno da Rothschild e tutti sono accompagnati e diretti da Rothschild, un amuleto che spalanca tutte le porte della loro ascesa politica.

Il transessuale Jean Michel Trogneux potrebbe essere in estrema sostanza il tutore pedofilo di un controllato mentale omosessuale, ammaestrato fin da piccolo per eseguire un piano prestabilito. La falsificazione totale e continua della sua storia evidenzia un rifiuto del sesso di origine, un laborioso processo di riscrittura dell’identità precedente. La Francia è rappresentata da due malati di mente, non è più un insulto, è un fatto.

Sembra impossibile, ma è un’ipotesi alla quale persino lo staff dell’Eliseo presta grande attenzione, dato il loro sforzo nel fornire prove, l’una più sgangherata dell’altra dell’esistenza di una Brigitte fanciulla. Ci sono persino testimonianze inventate che Brigitte fosse professoressa di francese, che leggesse le poesie scritte da Macron, mentre Macron, come dichiarato ufficialmente, l’ha conosciuta a corso di teatro nel ‘92.

Si tratta quindi letteralmente di corruzione di minore, con la circostanza aggravante che Brigitte era responsabile dei suoi alunni in ambito scolastico, in altre parole aveva una posizione di autorità su di lui e doveva tuttalpiù proteggerlo da chi avesse voluto adescarlo o pervertirlo fra i banchi di scuola, non certo flirtare con lui mentre ancora costruiva la sua identità sessuale.

Brigitte, proveniente della borghesia cattolica di destra, che ha insegnato nelle scuole gesuite, si circonda di personaggi di estrazione omosessuale di sinistra, è circondata da omosessuali sionisti e il suo entourage ha già lavorato con un pedofilo e omosessuale notorio: Bertrand Delanoë.

Gay Pride all’Eliseo

La coppia presidenziale fa credere di essere cattolica ma usa simboli satanici.

Macron è stato eletto al secondo turno con 66.06 delle preferenze, ha festeggiato la vittoria ai piedi della piramide del Louvre, presente dietro di lui in inquadrature prestabilite che non hanno niente di casuale.

Messaggi massonici nella sua ascesa politica

Messaggi in codice in tutta la biografia di Macron, persino sulle sue letture infantili, con personaggi omosessuali o autori conosciuti solo da omosessuali, con richiami all’eugenetica e di tono vagamente nazista.

La Francia è un bordello, lo hanno detto in molti, chissà quanti potevano immaginare fino a che punto fosse vera la boutade.

Epilogo.

Natacha Rey, esasperata di non ricevere risposte dalla famiglia Auzière, decide di scrivere un messaggio a Catherine Auziere, la vera madre dei figli di Brigitte.

Nel messaggio gli spiega che è al corrente di tutto e fa la lista delle vere interconnessioni fra la sua famiglia e la famiglia Trogneux.

La signora non risponde, ma una settimana dopo si presenta alla porta della giornalista una squadra di gendarmi che la preleva e la porta in centrale, lasciandola senza cibo e acqua durante un lungo interrogatorio dove gli viene più volte ripetuto che è meglio lasciar perdere la famiglia Macron. Non solo, gli sequestrano il telefono e la minacciano di TSO. Si scopre che il procuratore della Repubblica di Amiens è amico di Jean Louis André, il vero marito della vera madre dei figli di Brigitte, e ci fermiamo qui perchè ci gira la testa.

Comunque Natacha Rey e Xavier Poussard stanno bene, hanno paura ma tengono duro, e secondo quanto hanno dichiarato, un avvocato sarebbe in possesso di materiale ancora più esplosivo, si tratterebbe di alcune immagini di Jean Michel Trogneux da giovane, conservate in cassaforte per garantire, per ora, l’incolumità ai due autori di questa inchiesta che abbiamo deciso di sintetizzare per voi in italiano, sperando che lo scandalo sia largamente conosciuto in italia e che finisca per travolgere sia Macron che il suo clan di pedofili, massoni e satanisti al servizio del nuovo ordine mondial-sionista.

La sessualità privata non conta in questa storia, il sesso di Brigitte è un segnale di come sta avanzando la presa per i fondelli mondiale che molti si ostinano a chiamare stato di emergenza, mentre è una nuova normalità con la parrucca. Forse solo uno scandalo potrà liberarci dalla scandalosa condizione in cui ci troviamo oggi. Avendo lasciato il controllo di banche, istituzioni, governi e autorità religiose nelle mani dei rappresentanti più patologici della nostra specie.

Buon natale comunque.

Angelo Terra.

Emmanuel Macron: l’uomo senza arte né partito

Vi siete chiesti come fa un giovane arrivista a vincere le elezioni presidenziali senza dietro un partito e senza una fortuna personale sufficiente a gestire la campagna elettorale?

Per capirlo, invece di parlare del signor nessuno Macron vi invitiamo a fare la conoscenza di Patrick Drahi, patron dell’impero mediatico che ha costruito il candidato Macron dalla testa ai piedi.

Altice è la casa madre del suo impero, creata nel 2001, presente in Francia e all’estero, attiva nei settori di comunicazione, TV via cavo, fibra ottica, internet e telefonia mobile.

Secondo Forbes Drahi è la 57° fortuna mondiale, la 3° francese per un fatturato di 25 miliardi di euro, il suo debito si eleva però a 50 miliardi di euro, debito che ha contratto con alcune banche d’affari, quali BNP, Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, ecc.

Lui è franco-israeliano, nato in Marocco da genitori entrambi professori di matematica trasferitisi a Montpellier. Nel 90 sposa Lina, una Siriana ortodossa a cui chiede di sposarlo poche ore dopo averla conosciuta.. 

Da Lina avrà 4 figli che oggi seguono i più alti studi tra Bristol, Tel Aviv e Ginevra, dove la coppia risiede. Sebbene poco religioso, dopo il matrimonio civile, sceglie di risposarsi in sinagoga, finanzia associazioni israeliane, fondazioni ebraiche e partecipa con i figli alle cerimonie comunitarie.

Le sue costosissime proprietà in Svizzera sono concentrate tra Ginevra e Zermatt dove continua a comprare immobili e strutture.

Nel 2009 ottiene la nazionalità israeliana scegliendo di abbandonare quella francese, nel 2015 è la prima fortuna economica del paese, un personaggio importante, tanto da essere ricevuto più volte da Shimon Peres, e i suoi investimenti sono in continuo aumento. Drahi pratica con generosità un sionismo attivo, ovvero a suon di affari e propaganda, senza però dichiarare troppo apertamente la sua fede per evitare di urtare la sensibilità di eventuali partners d’affari arabi.

Patrick Drahi incontra il ministro israeliano per le comunicazioni 12/04/2011

Come politecnico ha lavorato prima per Philips, poi Kinnevik e France Telecom. Si interessa particolarmente alle trasmissioni via cavo e fibra ottica, cominciando a comprare piccole reti provinciali attraverso un metodo chiamato LBO, acronimo inglese di Laveraged Buy-Out, che consiste nel comprare aziende dal valore molto superiore alle proprie capacità economiche attraverso ingenti prestiti dalle banche, per poi mettere in atto una strategia di riduzione dei costi e servendosi dell’azienda per ripagare le banche, diminuendo quindi i salari, aumentando le ore di lavoro, tagliando il personale, facendola quotare in borsa, o rivendendola in forma più snella in seguito.

Tra il 94 e il 95 crea due operatori di rete via cavo, nel 2000 si allea con NRJ e Wendel per formare Fortel, nel 2001 nasce il gruppo d’investimento Altice che un anno dopo controlla già la quasi totalità della rete cablata in Francia. Nel 2007 cede Noos a favore di Numericable, comincia a comprare all’estero, acquisisce negli Stati Uniti, in Portogallo, in Belgio, nel Lussemburgo, nelle Antille, nella Repubblica Dominicana e in Israele, dove scala Hot, il più importante operatore via cavo, con un piano che prevedeva 2800 licenziamenti e l’introduzione di esternalizzazioni e subappalti. Compra quindi un grande appartamento a Tel Aviv, situato nella torre Rothschild. Non a caso Drahi incontrerà proprio i Rothschild che si mostrano interessati alla Fondazione Drahi, creata per fare e ricevere donazioni in Israele e in Francia, soprattutto per progetti destinati alla comunità ebraica, o donazioni strategiche come i 7 milioni di euro offerti alla Scuola Politecnica di Francia.

Nel 2013 entra in borsa e qualche mese dopo compra la compagnia telefonica SFR, diventando il secondo maggior gruppo di telecomunicazioni in Francia. Macron allora ministro dell’economia dà il via libera all’operazione a detrimento del concorrente Bouygues telecom, il gruppo Vivendi, sottoposto ad una meticolosa attività di lobbying e spionaggio, cede quindi  SFR a Drahi per 13 miliardi di euro.

Tra il 2014 e il 2015 continuano gli acquisti con Virgin Mobile, Portugal Telecom e negli USA Cablevision, nel 2016 ristruttura SFR creando due assi: SFR Media e SFR Telecoms.

Patrick Drahi è un vero appassionato di paradisi fiscali, la sede legale di Altice è infatti in Lussemburgo, il gruppo è quotato alla borsa di Amsterdam dal 2014, la sua holding personale (Next Limited Partnership) è registrata nell’isola britannica di Guernesey, ha conti in una miriade di altre sedi off shore e vive in Svizzera da 12 anni, da dove gestisce una varietà di piccole holding.

Il suo gruppo Altice che conta 55.000 dipendenti ha intanto comprato alcune testate giornalistiche quali l’Express (valore stimato di circa 25 milioni), BFMTV, RMC, L’expansion, Studio Cine Live, Liberation (nel 2014 in comproprietà con Marc Laufer), salvandola dal fallimento con 14 milioni di euro e trasferendo i locali nella sede dell’Express per ridurre i costi.

Acquisisce alcune riviste professionali quali NewsCo, L’étudiant, Point Banque, Pianiste, Lire:, Mieux vivre votre argent, l’Entreprise, Maison Française, Classica; oltre ad alcuni canali sportivi. Continua ad acquistare reti di fibra ottica, tutto finanziato dalle banche, insomma si direbbe che più i suoi debiti aumentano e più le banche hanno voglia di fargli credito.

In israele ha già il monopolio della rete via cavo e la sua televisione israeliana I24 news sbarca subito anche in Francia, distinguendosi per una linea editoriale marcatamente atlantista e sionista e tenuta da Drahi nonostante gli utili restino in perdita, allo scopo di “portare il punto di vista d’israele in tutto il mondo”.

Le banche adorano Drahi perchè grazie a lui possono diversificare i propri investimenti in tutte le aziende più strategiche, controllarle attraverso una costante attività di “consiglio”, in particolare sulla riduzione dei costi, sul monopolio e sulla rendita, al fine di trasformare le società appena acquistate in macchine da cash.

Risultato: SFR taglia prima 1000 posti e un terzo degli effettivi a Liberation e all’Express (che aveva accumulato un passivo di 90 milioni), poi a SFR scatta la forbice per altri 5.000 posti. Intanto gli abbonati scappano a gambe levate verso altri operatori, ma Drahi non sembra sensibile all’allarmismo dei lavoratori e dei sindacati, e si serve di SFR-Numericable per comprare l’intero settore stampa di Altice per 240 milioni, facendo quindi un accordo commerciale con sè stesso, perchè entrambe le società gli appartenevano.

Arnaud Montebourg, ex ministro dell’economia del governo Hollande suggeriva che Drahi “doveva fare il conti col fisco”, per tutta risposta Drahi disse che aveva già investito 3 miliardi di euro in Francia… passando candidamente la spugna sui paradisi fiscali e facendo valere quelle che chiama “normali agevolazioni permesse dal sistema fiscale”.

organigramma dell’impero Drahi

Ciò che pare evidente agli osservatori economici, anche delle testate definite mainstream, è che Drahi usa le aziende per fornire soldi freschi alle banche, che il suo conflitto d’interessi ha proporzioni crescenti, essendo allo stesso tempo affarista, evasore fiscale e proprietario dei media che dovrebbero informare sulla scena economica in cui opera.

L’influenza politica è quindi prioritaria per Drahi, indispensabile per riuscire a sbloccare le serrature del controllo governativo sui suoi affari e consolidare una cerchia di partners limitata e cooperante. Non è casuale che a controllare tutti i media francesi ci sia attualmente una scarsa decina di persone.

Alcuni personaggi di spicco dell’impero Drahi:

Michel Combes (già dirigente della Alcatel) è a capo del gruppo SFR-Numericable e dirige il settore media di Altice;

Bruno Ledoux, ex proprietario di Liberation insieme a Drahi passa alla direzione acquisti della sezione stampa di SFR;

Bernard Mourad, ex banchiere della Morgan Stanley passa alla vice presidenza di SFR e allo sviluppo di Altice Media. Mourad sarà consigliere di Emmanuel Macron durante tutta la campagna presidenziale;

Alain Weill migra dalla società che ha fondato Netxradiotv alla direzione di SFR media;

Marc Laufer co-dirige il settore stampa di SFR presse;

Vediamo ora più precisamente come Drahi ha ottenuto SFR grazie a Macron.

All’inizio del 2014 Emmanuel Macron era già segretario generale aggiunto all’eliseo, a presentarlo a Hollande fu il guru del mondialismo d’affari e teorico del giudaismo internazionale Jacques Attali. 

“Gerusalemme sarebbe la capitale ideale del nuovo governo mondiale” Jacques Attali.

Nell’agosto 2014 Macron è ancora uno sconosciuto ma Attali dichiarava profeticamente su BFMTV (di Drahi) che “ha la stoffa del presidente”. 

Per pura coincidenza: Attali è un editorialista dell’Express (di Drahi) e Macron sarà l’ispiratore delle misure economiche di François Hollande. Tra i “tutori d’ufficio” non poteva capitargliene uno più tenace e lungimirante di Attali.

Ogni velleità di self-made-man è quindi da mettere definitivamente da parte parlando di Macron, quella che potrebbe essere sua madre (Brigitte) è la sua sposa e quello che potrebbe essere suo nonno (Jacques) è il suo padrino.

Attali e Macron

 

L’uomo giusto al momento giusto.

Quando Martin Bouygues e Patrick Drahi si disputano l’acquisizione di SFR, Emmanuel Macron gioca un ruolo decisivo, dando il via libera al passaggio della società dal gruppo Vivendi a Numericable, e aprendo la strada per un aumento del valore azionario a favore del gruppo Drahi di circa 14 miliardi. Ricordiamo che Arnaud Montebourg si era opposto a Drahi per proteggere i lavoratori SFR e perchè temeva che la fusione coprisse una mastodontica evasione fiscale. Emmanuel Macron, appena subentrato, dà invece il nulla osta.

Risultato? 5000 licenziamenti colpiscono SFR e non ci sarà rimpatrio dei capitali dal Lussemburgo alla Francia.

Per finanziare l’acquisto di SFR Drahi aveva fatto ricorso alla Morgan Stanley attraverso il banchiere d’affari Bernard Mourad che presto sarà suo diretto collaboratore prendendo la direzione di Altice Media Group, quello che diventerà SFR Presse.

Nell’ottobre del 2016 Mourad, dopo aver risolto i problemi di liquidità di Drahi, entra a far parte del team elettorale di Emmanuel Macron.

Tutta la campagna di Macron è gestita da figure che stavano già con Hollande o dietro Hollande, che non amano nessun tipo di controllo sugli affari e che sanno come trasformare un gobbo in un contorsionista, figuriamoci un candidato senza partito in presidente… Il compito di Macron è favorire la deregulation e tranquillizzare gli attori economici, per farlo più efficacemente deve accedere alle più alte cariche politiche e Drahi è pronto a tutto per aiutarlo. 

Quello messo in atto da Drahi per fargli ottenere l’elezione è un autentico bombardamento mediatico, al quale ha partecipato, neanche a dirlo, tutto l’establishment politico, ben contento di accettare lo sfascio dei due vecchi partiti di governo per salire sul carro del vincitore predestinato.

Nei media francesi il tempo di parola di Macron equivale al tempo concesso a tutti gli altri candidati del primo turno messi insieme. Macron ha ricevuto il supporto incessante di l’Express e poi di BFMTV attraverso Christophe Barbier, personaggio chiave della propaganda pro-Macron presieduta da Drahi. Si tratta di migliaia di articoli di giornale, 50 copertine di periodici, centinaia di ore di esposizione televisiva, tutto in tono rigorosamente apologetico.

Macron e consorte con Barbier

Verrà utilizzato qualsiasi canale di propaganda. Tanto che durante la campagna elettorale decine di migliaia di abbonati SFR ricevono un messaggio sulla segreteria telefonica, è la voce di Macron che li invita a votare per lui. Drahi si dichiara estraneo a questa operazione di marketing, nonostante tutti giochino allo scoperto: Drahi porta Macron e Macron porta Drahi, l’uno sarebbe rimasto piccolo senza l’altro, e l’altro sarebbe rimasto senza campagna mediatica.

Il cerchio si chiude, l’ex banchiere Rothschild spinto dall’imprenditore vicino ai Rothschild fa breccia nell’elettorato, che non vuole sentir parlare di Marine Le Pen perché è antipatica, ma festeggia l’arrivo di una presidenza che prevede già nel suo DNA: più banche, più sionismo, più europa, più euro, più immigrazione e un liberalismo ancora più selvaggio. Stà tutto scritto in modo indelebile nella rete d’interessi che ha messo Macron in sella alle presidenziali.

Il nocciolo delle presidenziali era in realtà un referendum, che cerchiamo di decriptare per voi: “vuoi tu popolo francese un percorso di cancellazione dei diritti sociali a 50 all’ora o a 100 all’ora?”
Con Macron hanno scelto la seconda opzione. Punto.
Ci sembra che Marine Le Pen non fosse pronta a governare, che avendo eliminato il padre e sputato sull’elettorato pro-musulmano non meritasse di vincere, e che probabilmente si accontenta della sua egemonia nell’opposizione. Emmanuel Macron invece è prontissimo, grazie al suo cinismo, a portare avanti l’agenda europeista fino alle sue più estreme conseguenze.
A meno di grossi stravolgimenti nelle legislative, il percorso di passione della Francia è segnato, sarà macelleria sociale.

 

Documento realizzato con traduzioni, sintesi e adattamenti di articoli della stampa nazionale.

Per approfondire:

https://francais.rt.com/france/33751-emmanuel-macron-candidat-altice-patrick-drahi
http://resistancerepublicaine.eu/2017/02/13/cest-bien-macron-qui-a-permis-le-rachat-de-sfr-par-drahi-6eme-fortune-francaise/

« Enquête Exclusive ! La fabrication du candidat Macron pantin de Drahi ?… »


https://m.lesechos.fr/0211748858427.htmhttps://francais.rt.com/france/3518-bouygues-rachat-sfr